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Collaborazioni

Proteggere l’ambiente dai segni dell’uomo: Giulia Pecchioni di Riduci l'impronta si racconta

Come tante altre grandi cose, inizia tutto da un’amicizia.

8 amici appassionati di vela sono uniti dalla forte volontà di proteggere l’ambiente dai segni del passaggio dell’uomo

E decidono di farlo partendo dal mare.

È così che nel 2022 nasce Riduci l’impronta, un comitato che si propone di creare “occasioni di collaborazione e incontro sulla sostenibilità ambientale e la tutela del mare”. L’intento, lo specificano nei loro canali social, non è quello di sostituirsi alle grandi organizzazioni nazionali e internazionali di tutela dell’ambiente, ma di dar vita a un movimento dal basso che educa e sensibilizza al rispetto per l’ambiente.

La prima iniziativa si è svolta all’Isola d’Elba e ha coinvolto oltre 100 volontari in attività di pulizia di spiagge, sentieri e raccolta di rifiuti dispersi in mare.

La Presidentessa dell’associazione, Giulia Pecchioni, ha accettato di fare due chiacchiere con noi sui temi della sostenibilità ambientale e sui progetti, passati e futuri, di Riduci l’impronta.

Giulia, per cominciare vogliamo farti una domanda che sembra semplice, ma che spesso porta a risposte emozionanti.
Qual è il tuo rapporto con il mare?
Cosa rappresenta o ha rappresentato per te, sia nella tua vita personale, sia in quella professionale?

Il mio rapporto col mare è collegato a un qualcosa di molto semplice ed è lo stare bene. Credo che sia una cosa piuttosto comune, ma è proprio quella sensazione di benessere, di gioia e di serenità che la sola vista del mare mi trasmette ogni volta.

Appena arriviamo in vista mare dalla città, mi rendo conto che continuo a cercarlo con lo sguardo dietro ogni curva e di solito scatta un respiro profondo quando lo avvisto e subito inizio a sentirmi più felice.

Negli ultimi anni poi per me il mare si è appaiato con un altro elemento che è la vela.

Andare in barca mi ha fatto scoprire un modo nuovo di vivere il mare anche in periodi in cui non lo avevo mai vissuto, come l’inverno, e ha aggiunto una nota di avventura, di condivisione e anche di consapevolezza rispetto all’ambiente e all’andare per mare.

In ultimo, personalmente tramite il mare e la vela ho conosciuto alcune delle persone che oggi mi sono più care e vicine, tra cui anche mio marito. Quindi il mare per me è anche oggi sinonimo di relazione. Intorno al mare, e in barca soprattutto, i rapporti e i legami che si creano sono speciali e arrivano subito molto in profondità per qualche strana magia.

Chi sono le persone dietro l’associazione Riduci l'impronta?
Ci puoi raccontare qualcosa di più sul vostro gruppo, su come vi siete conosciuti e sul percorso che vi ha portato a creare il progetto?
C’è stato un evento o un’esperienza particolare che ha ispirato la nascita di questa iniziativa?

Le persone dietro l’iniziativa di Riduci l’impronta sono tante, conosciute quasi tutte al corso per la patente nautica qualche anno fa.

Il gruppo si è formato in modo spontaneo, da un’idea iniziale di un evento sviluppata davanti a una classica pizza da un gruppo di neo-comandanti che non voleva smettere di andare in barca insieme e a cui interessavano i temi della sostenibilità. Notare il problema della plastica in mare non è difficile ormai andando anche solo in spiaggia d’estate, per noi che vogliamo viverla tutto l’anno sembrava qualcosa difficile da ignorare.

Pian piano che il progetto prendeva forma, ognuno ha coinvolto un amico o un’amica che poteva dare una mano per qualche specifica competenza e si è formato lo zoccolo duro che compone l’associazione in modo anche formale oggi. Quindi c’è chi si  occupa della parte grafica, chi dei social e della comunicazione, chi degli aspetti formali e burocratici, chi segue la parte nautica, etc. Ognuno mette qualcosa di suo, ma devo dire che oltre a noi 8 membri che formiamo il consiglio direttivo, ormai moltissimi sono gli amici che abbiamo coinvolto e che ci aiutano e sostengono nel progetto anche in modi un po’ più indiretti.

La vostra associazione si distingue per un aspetto molto interessante: il connubio tra la passione per la vela e l’attenzione per l’ambiente.
Come è nato questo legame? Come riuscite a coniugare due ambiti, facendo emergere l’importanza della loro interconnessione?

L’iniziativa originaria nasce da un’idea di Daniele Romoli, che è stato il nostro istruttore di vela, e che oltre agli insegnamenti pratici di virate, regolazione vele, ormeggio, etc, ci ha sempre trasmesso una grande passione per il mare e un’attenzione a come andare per mare in modo rispettoso dell’ambiente. Spesso nelle uscite approfittava per farci esercitare nelle manovre per recuperare un pezzo di plastica galleggiante o una cassetta di polistirolo e poi chiosava con un “il mare vedrete che ci ringrazia in qualche modo!”, che fosse un buon vento o l’avvistamento di qualche delfino.

Da questo approccio e dalla voglia di fare qualcosa di bello insieme che ci permettesse anche di vivere la nostra passione per la vela è nata l’idea del primo evento “Questa non è una regata” e la voglia di creare occasioni di aggregazione per persone che avessero il nostro stesso spirito di andare per mare.

Andare a vela, come ogni altra attività che ti porta a vivere il mare in modo più diretto e continuativo, ci permette di notare molto di più gli effetti delle attività umane sull’ambiente naturale. Banalmente, il cambiamento del clima che tutti ci troviamo a sperimentare negli ultimi anni ha un impatto enorme su una attività tanto legata al meteo come il navigare. Toccare con mano il forte impatto dell’uomo sull’ambiente marino e sulla sua fauna non ci permette di restare a guardare senza impegnarsi a fare qualcosa proprio perché desideriamo continuare a vivere il mare e meritare in qualche modo quello ci offre.

Tra le vostre attività per la salvaguardia ambientale, quali sono quelle che ritenete più importanti e perché? Potresti raccontarci di alcune delle iniziative che avete organizzato?

Sicuramente le “non-regate” sono le iniziative che ci caratterizzano di più, sono dei weekend in cui mettiamo insieme una piccola flottiglia di barche e organizziamo una piccola veleggiata competitiva (tempo permettendo) in cui però la classifica, e quindi la proclamazione del vincitore, non dipende solo dal posizionamento di arrivo a destinazione, ma soprattutto da eventuali rifiuti recuperati in mare nel tragitto e nei giorni successivi, in cui gli equipaggi si dedicano al clean-up delle spiagge e dei sentieri, via terra e via mare, cercando in questo caso di raggiungere anche zone non sempre accessibili se non dal mare.

Sono iniziative che hanno raccolto fino a oggi un grande entusiasmo nei partecipanti che a volte sperimentano per la prima volta la barca a vela. È bellissimo riempire i porti con le nostre magliette colorate e vedere l’impegno che tutti mettono nella pulizia a terra, aiutato anche un po’ dalla sana competizione di battere le altre squadre.

Alla fine però credo che sia la sensazione di aver fatto qualcosa di bello per la comunità che fa tornare tutti a casa contenti.

Il cambiamento verso un futuro più sostenibile richiede l’impegno sia delle istituzioni, sia dei cittadini.
Dal vostro punto di vista, quale messaggio vorreste lanciare a entrambi? Quali azioni concrete ritenete che le istituzioni dovrebbero intraprendere per favorire la tutela dell’ambiente, e come credete che ogni individuo possa contribuire nel proprio piccolo?

Noi crediamo che ogni azione oggi, anche la più piccola, sia utile e necessaria per fermare i processi di inquinamento dell’ambiente e salvaguardare gli ambienti naturali. I fenomeni legati al climate change sono talmente grandi e veloci che dobbiamo mettere in campo ogni risorsa possibile.

Per fare davvero la differenza il lavoro delle istituzioni è essenziale, dalle più grandi alle più piccole; credo però che oltre a politiche davvero forti sulla sostenibilità e sulla corretta gestione dei rifiuti sia fondamentale dare supporto alle iniziative di volontariato, come la nostra, creando una reale sinergia tra istituzioni e società civile in modo da ricreare quel sentimento di comunità tra cittadini che oggi un po’ sembra mancare.

Tutti possiamo provare a fare qualcosa anche nel nostro piccolo, la cosa più semplice che mi viene in mente è provare a ridurre i rifiuti che produciamo e gli sprechi alimentari; l’andare in barca insegna molto a ridurre il superfluo, a ottimizzare dati gli spazi ridotti ci obbliga a pensare in modo attento a cosa portare con noi, agli imballaggi degli alimenti che poi diventano rifiuti, che occupano posto in barca inutilmente e che possono anche finire in mare.

Con il gruppo dei ragazzi di Riduci l’impronta diventa un esercizio ogni volta che usciamo in barca migliorarci nel ridurre ciò che riportiamo a terra ed è un gioco e una sfida a ridurre che poi portiamo anche nella vita di tutti i giorni, credo che sia qualcosa che tutti possiamo fare.

Guardando al futuro di Riduci l'impronta, quali sono i vostri progetti a breve e lungo termine?
Avete già eventi in programma o idee in fase di sviluppo per il prossimo anno? E, più in generale, che direzione sperate di dare alla vostra associazione?

Come Riduci l’impronta stiamo già organizzando degli eventi per il prossimo anno, stiamo definendo i dettagli della prossima “non-regata” in cui speriamo di portare il progetto in nuovi porti nell’arcipelago toscano. Ci piacerebbe anche allargare la raccolta dei rifiuti al mondo sottomarino, per cui abbiamo iniziato una collaborazione con Apnea Firenze e con i suoi istruttori e allievi, in modo da raggiungere anche i fondali e provare a fare la nostra parte per ridurre l’impronta dell’uomo anche lì.

Stiamo provando anche a organizzare un evento pilota non legato alla vela, ma che si focalizza sulla montagna e sulla pulizia degli argini dei fiumi. I rifiuti che arrivano in mare spesso fanno un lungo tragitto nelle vie d’acqua ed è importante capire quanto il problema della tutela riguardi diversi ambienti naturali: dobbiamo proteggerli, solo così potremmo beneficiarne tutti, ancora e a lungo.

Lo spirito, anche se lontani dal nostro “elemento naturale”, ovviamente sarà lo stesso e speriamo che questo ci aiuti anche a far conoscere l’associazione anche a chi non è a suo agio tra le onde.

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Fonte: Caroline Taborda - Dupe
Fonte: Riduci l'impronta
Fonte: Shutterstock
Fonte: Sarah Barna - Dupe
Fonte: Riduci l'impronta
Fonte: Chloe G - Dupe
ACQUA DELL’ELBA ti accompagna in un viaggio che si snoda fuori dai sentieri battuti e che si fa a grandi passi, lungo bianche spiagge silenziose, o per le strade di collina, ma anche restando fermi, seduti su uno scoglio, ammirando un tramonto.

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