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Viaggi e scoperte

Perseidi: tra mito e scienza, l’incanto delle notti d’agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

G.Pascoli - X Agosto

Per Pascoli la notte di San Lorenzo e le sue stelle cadenti erano un doloroso ricordo della perdita del padre e, per quanto non potesse negare l’ineffabile bellezza del fenomeno, per il poeta ogni anno, quelle scie brillanti non erano altro che il pianto dell’universo intero per il torto subito.

Anche nella tradizione cattolica, le luci brucianti di agosto vengono chiamate lacrime, nello specifico le lacrime di San Lorenzo, santo martirizzato durante la persecuzione voluta dall’imperatore romano Valeriano.
Nel Medioevo invece, si riteneva che queste scie luminose fossero gli spostamenti nel cielo delle anime dei defunti. Non tutti erano concordi, un’altra interpretazione le pensava anime del Purgatorio che, ascendendo in Paradiso, recitavano il Padre Nostro.

In Grecia si pensava arrivassero dal corpo di Fetonte, fulminato da Zeus e caduto dal carro del Sole. Il mito narra di quando Fetonte chiese al padre Helios di guidare il carro del Sole ma per l’inesperienza fece imbizzarrire i cavalli, deviando il corpo dell’astro e seminando terribili ondate di calore. I raccolti si seccarono e la terra divenne arida fino a che Zeus non intervenne colpendo Fetone.

Secondo gli antichi romani invece, queste fugaci piogge lucenti erano un dono del dio Priapo per fertilizzare i campi. Nella cultura Indù ogni stella cadente corrispondeva a un’anima ridiscesa sulla Terra per reincarnarsi.

Oggi sappiamo che questo fenomeno, osservato da millenni è in realtà un ben specifico accadimento naturale. Tra la fine di luglio e oltre la metà agosto infatti, la Terra, nel percorrere la sua orbita intorno al sole, attraversa uno sciame meteorico chiamato delle Perseidi. Il picco di visibilità è concentrata tra il 10 (la notte di San Lorenzo appunto) e il 13 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ogni ora a occhio nudo.

Le Perseidi prendono il loro nome da una figura mitologica fondamentale, quella di Perseo, eroe greco, figlio di Zeus e Danae, che sconfisse Medusa e poi il mostro Ceto per salvare Andromaca.

Il nome dello sciame però riguarda la posizione da cui si irradiano i meteoriti più che la genesi mitica di queste scie. Il radiante infatti, ossia il punto dal quale sembrano provenire tutti i detriti, è collocato all’interno della costellazione di Perseo.

Oltre alla mitologia e alla scienza però, dietro alcuni fenomeni, c’è altro. Una parte sensoriale ed evocativa che travalica quella prettamente razionale, il periodo delle stelle cadenti e la loro manifestazione infatti è diventata nel tempo anche un simbolo vibrante dell’estate, il momento magico che ne sancisce il culmine e allo stesso tempo l’inizio della curva discendente. L’istante in cui è ancora tutto possibile e in cui, pervasi da una sottile e dolcissima nostalgia, si realizza che a breve si tornerà alla solita quotidianità.

Le Perseidi sono le custodi dei segreti di adulti e bambini attraverso il globo, nastri di luce evanescente sul blu trapunto della notte a cui affidiamo i nostri sogni e le nostre aspirazioni, seduti su una spiaggia silenziosa, stringendo forte la mano della persona al nostro fianco.

Che le stelle cadenti esaudiscano i desideri è una credenza proveniente da lontano, una speranza che l’umanità immagina per sé da tempo immemore.

Secondo gli antichi il destino di ognuno era scritto nel firmamento e veniva determinato alla nascita, guardando il cielo. Quando però una stella cadeva, significava che quel destino non era più immutabile e chi vi assisteva poteva esprimere un desiderio, cambiando la propria sorte.

Per i marinai invece, i corpi celesti rappresentavano l’unico modo per orientarsi nel nero delle onde notturne. Osservando il cielo si auguravano di riuscire a tornare a casa. Alle stelle cadenti affidavano questo desiderio con ancora maggiore intensità, sperando e credendo fossero di buon auspicio.

E così, da generazioni, quando si avvicina agosto, anche noi alziamo la testa per scrutare il buio denso dell’estate, sperando di cogliere il lampo di una stella cadente a cui consegnare i nostri sogni. Inebriati dall’aria di vacanza, dalla bellezza dei luoghi in cui ci troviamo, spesso in riva al mare accarezzati dalla brezza salmastra, alziamo gli occhi con sincera aspettativa.

Ci connettiamo con una parte ancestrale di noi, con un rituale vecchio di secoli ricordiamo, come diceva Margherita Hack, che tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo e delle stelle” e con una speranza irrazionale e totalizzante, frughiamo la volta celeste alla ricerca di un bagliore a cui affidare un desiderio fugace.

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Fonte: Shutterstock
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