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Gente di mare

Donne di mare: Grace O’Malley, regina dei pirati

Se il mare ha sempre evocato immagini di sfrenata libertà e avventure grandiose, troppo spesso la sua storia è stata raccontata solo attraverso le gesta degli uomini. Eppure, tra le onde e i venti, molte donne hanno scritto pagine memorabili di coraggio, indipendenza e audacia. Da pioniere della scienza oceanografica a veliste temerarie, fino a comandanti di flotte, queste donne hanno solcato e solcano le acque del mondo sfidando convenzioni e avversità.

Tra le prime (almeno cronologicamente) ad aver trascorso gran parte della propria vita sul mare, c’è Grace O’Malley anche conosciuta come “la Regina del mare del Connemara”.

Gráinne Ní Mháille in gaelico, Grace O’Malley per gli inglesi, nacque intorno al 1530 nel clan O’Malley, un’importante famiglia della costa occidentale irlandese.

Figlia di un capo clan, crebbe tra tradizioni antiche e l’incessante frenesia del commercio marittimo. La sua fama si legò alle sue abilità da pirata, comandante e leader politica in un’epoca in cui il ruolo delle donne era fortemente limitato.

Da subito Grace mostrò un’indole poco incline a rispettare le regole imposte. Si conquistò infatti il soprannome di Gráinne Mhaol (Grace la calva) perchè, da ragazzina, pur di partecipare ad una spedizione marittima con il padre, si rasò la testa per ovviare all’intralcio che i suoi lunghi capelli le avrebbero causato sulla nave.

Su di lei aleggiano leggende di ogni sorta: che salvò il padre dall’attacco di un marinaio inglese attaccandolo alle spalle e facendogli cadere il pugnale, che partorì il suo ultimo figlio in mare e che, quando il giorno seguente la nave venne attaccata da predoni turchi, lei si alzò dal letto, raccolse il moschetto e incominciò a combattere, lamentandosi solo del fatto che il suo equipaggio non riuscisse a fare a meno di lei nemmeno per un giorno.

Quello che però è testimoniato storicamente è che, alla morte del padre e in seguito a quella del primo marito, un O’Flaherty, nel 1565, la donna prese in mano le redini dei diversi clan dimostrando un’acuta intelligenza e un carisma che le permisero di guidare la sua gente in imprese audaci.

L’Irlanda del XVI secolo era sotto il dominio inglese, e Grace O’Malley si trovò spesso in conflitto con i governatori locali. Arrestata e imprigionata più volte, non si arrese mai, continuando le sue scorribande contro la corona, tra tradimenti e intrighi di palazzo.

Il suo contrasto con gli inglesi culminò nel 1593 dopo la cattura da parte del governatore inglese del Connaught, Sir Richard Bingham, dei due dei suoi figli e del suo fratellastro.

Per trattarne il rilascio e una possibile tregua, Grace O’Malley si recò al cospetto della Regina Elisabetta I.

L’incontro tra le due donne fu un mirabile: si narra che la regina Elisabetta, anche lei donna ferrea e autoritaria, rimase affascinata dall’orgogliosa donna irlandese che non si inchinò al suo cospetto e che nascose, a suo dire per legittima difesa, un pugnale tra le vesti.

Le due trovarono quindi una sorta di intesa, forse basata sulla comprensione delle reciproche posizioni e O’Malley si allontanò soddisfatta dall’incontro. Aveva infatti ottenuto la libertà dei suoi figli e l’allontanamento di Bingham (suo giurato nemico, colpevole anche dell’assassino del suo primogenito, Owen) dai suoi territori. In cambio, Grace promise di non sostenere più le istanze dei signori irlandesi contro Elisabetta I.

Una volta tornata in Irlanda però, quando scoprì che alcune delle sue richieste (come la restituzione del bestiame confiscato da Bingham) non vennero soddisfatte e che Bingham venne presto reintegrato nella sua posizione sull’isola, la regina di Connemara riprese a supportare le rivolte irlandesi e a razziare le flotte inglese che si avvicinavano alle sue coste fino alla sua morte, nel 1603 (lo stesso anno di Elisabetta).

Powerful by land and sea” come recitava il motto del suo clan, Grace O’Malley fu una donna impavida, dotata di grande acume e di una volontà indomita che riuscì, con straordinaria tenacia, a ritagliarsi un ruolo di potere e rispetto.

Ad oggi il suo mito perdura, pirata, moglie, madre e temibile guerriera, Grace O’Malley ha tenuto testa a lord, dame e persino alla regina Elisabetta. Una donna forte in un’epoca difficile, una piratessa che combatteva meglio di molti uomini e una temibile guerriera O’Malley, con il suo coraggio sprezzante delle regole e del potere imposto, continua ad essere una figura di riferimento per tutte le donne che sfidano le convenzioni e affrontano le asperità e le ingiustizie con la forza selvaggia di un’onda.

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Fonte: Shutterstock
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