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20 Nov 17:34

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Collaborazioni

WIP: Tra le storie e il mare della Toscana: una conversazione con Massimo Canino

La Toscana, con la sua incantevole costa e il ricco arcipelago, è una terra intrisa di storie affascinanti e paesaggi mozzafiato. È in queste acque che il giornalista e velista Massimo Canino ha intrapreso un viaggio straordinario, un percorso durato quattro mesi che, attraverso 18 porti, lo ha portato a scoprire le meraviglie nascoste della regione e a raccogliere le storie di vita di coloro che popolano questi luoghi.

Questa esplorazione, chiamata “Lungo la Toscana e il suo Arcipelago” è sostenuta dalla Fondazione Acqua dell’Elba e dal Festival SEIF (Sea Essence International Festival) ed è stata accolto con grande entusiasmo alla comunità.

L’obiettivo di Massimo Canino è quello di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della tutela dell’ambiente marino: promuovere un turismo più sostenibile per queste terre e, guardando la Toscana attraverso la lente del suo mare, portare alla luce racconti di coraggio ed eccellenza, storie dei tempi che furono per realizzare un’opera che sia testimone della tradizione di questi luoghi e aiuti i suoi lettori, specialmente i più giovani, a ricordare e celebrare le loro origini.

Il 23 Novembre si terrà, al Centro Culturale de Laugier di Portoferraio, supportato dalla Fondazione Acqua dell’Elba, la presentazione in anteprima del volume “Frontemare… Storie straordinarie dai porti di Toscana” il risultato libresco di questo affascinante percorso.

In modo da anticipare l’evento, abbiamo incontrato Massimo Canino, porgendogli qualche domanda su questa incredibile avventura e per compiere insieme un bilancio di questi 4 mesi, 18 porti e innumerevoli incontri attraverso la Toscana.

Buongiorno Massimo, è davvero un piacere avere la possibilità di parlare con te di questo progetto così entusiasmante. Mi piacerebbe cominciare chiedendole qual è stata l’ispirazione iniziale, “la scintilla” che ha dato l’avvio a “Lungo la Toscana e il suo Arcipelago”, come è nata l’idea di esplorare la costa toscana in barca a vela?

La scintilla è scoccata dentro di me quando, proprio all’isola d’Elba, dove ero arrivato con la mia barca, ho conosciuto uno degli ultimi minatori ancora in vita della miniera di Capoliveri. Si tratta di Filippo Boreali, 82 primavere portate benissimo, che mi ha raccontato com’era la vita dei minatori, quanto era duro e pericoloso il loro mestiere. Ma principalmente, mi ha parlato della miseria che si viveva in quegli anni del dopoguerra e cosa erano arrivati a fare alcuni suoi colleghi pur di guadagnare qualche soldo in più. Pensate, mi ha raccontato che c’era qualcuno che si amputava volontariamente un dito della mano, mettendolo sui binari sui quali transitavano i vagoni carichi di pirite, pur di incassare i soldi dell’assicurazione e quindi migliorare la condizione economica della propria famiglia. Un gesto tanto crudele quanto assurdo, ma anche un segno di grande amore verso i propri cari.

Ecco perché, quando in barca la sera ho ripensato a quell’incontro, ho deciso di cristallizzare in un libro questa e altre storie che avrei potuto trovare navigando lungo l’arcipelago toscano. Perché racconti come questo non vadano perduti e perché le future generazioni sappiano da dove veniamo e quale sia stata la vita dei nostri nonni.

C’è stato magari un luogo particolare, un avvenimento legato al mare e alla natura che l’ha stimolata a intraprendere questo viaggio?

Sì, oltre al racconto appena descritto, la molla che mi ha spinto a realizzare questa crociera è stato l’amore per il nostro bellissimo mare. Mi sono riproposto di essere – durante il viaggio – una sorta di sentinella del mare, per verificare il suo stato di salute e magari sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto della natura. E durante le tante serate in banchina, ho fatto proprio una serie di incontri con gli abitanti dei vari porti, e con i turisti che questi luoghi li frequentano durante le vacanze estive, riscuotendo un ottimo successo.

Siamo sicuri che le storie raccolte siano tutte ugualmente importanti e coinvolgenti ma mi domandavo se volesse anticiparcene una (o più) che l’ha davvero colta di sorpresa, per la quale si è commosso particolarmente.  O magari una realtà, una tradizione locale, un’usanza che proprio non si aspettava di incontrare, qualcosa che l’ha inaspettatamente colpita

Le diciotto narrazioni contenute nel mio libro “FRONTEMARE” sono, secondo me, tutte cariche di bellezza e sentimenti profondamente positivi. In quanto autore, le considero figli e figlie, ognuna con la sua unicità e capacità di evocare emozioni. Alcune, in particolare, hanno toccato corde sensibili durante il processo di raccolta, stesura e successiva rilettura.

 

Tra queste, vi è la vicenda di un medico di base operante a Capalbio, la cui storia si snoda dagli anni ’40 agli anni ’80 e mi è stata raccontata dalla figlia, ormai novantenne. La sua esistenza, esemplare e generosa, interroga profondamente la nostra coscienza, donando alla vita un valore immenso. Questo medico infatti non si limitava a curare gratuitamente i meno fortunati, ma estendeva la sua beneficenza al punto di fornire loro anche il denaro necessario per acquistare le medicine che prescriveva. Lasciò in eredità una lettera-testamento, fedelmente trascritta nel mio libro, che sembra pervasa dalla saggezza e dalla compassione di un santo.

 

Un altro capitolo memorabile è dedicato a Mario Pellegrini, ex assessore alla protezione civile dell’Isola del Giglio durante il disastro della Nave Concordia, intitolato “Un eroe per caso”. Nella notte del 13 gennaio 2012, all’arrivo dell’allarme, egli non esitò un istante: salì sulla nave già pericolante e riuscì a portare in salvo una decina di persone. Ha condiviso con me il ricordo indelebile di quei momenti: il volto di bambini innocenti a bordo della Concordia, con grossi lacrimoni che bagnavano i loro volti delicati, rimanendo però in un silenzio assoluto, senza parole o lamenti, resi muti dal dolore e dalla paura.

Da toscano e da ex-motorista, come si definiva, avrà probabilmente esplorato la sua regione anche prima di questa partenza ma ci sono stati dei luoghi, degli scorci, dei panorami che ha scoperto solo grazie a questo viaggio? Ce ne racconterebbe qualcuno che le è rimasto particolarmente impresso?

Il mare e gli scorci che si apprezzano dalla barca sembrano sempre diversi e nuovi allo sguardo. Certo, navigare a vela anziché a motore dona delle emozioni e delle sensazioni diverse. A una bassa velocità, come quella dell’andare sospinto dal vento, ti rasserena, ti fa sentire profumi e suoni meravigliosi. Quest’anno, proprio nei pressi dell’Elba, abbiamo avvistato per ben due volte un branco di delfini. Una visione che mi emoziona ogni volta. Ci venivano incontro, era come se danzassero attorno alla barca, pareva che ci dessero una sorta di benvenuto. A bordo siamo rimasti tutti in religioso silenzio, come estasiati da questi meravigliosi animali. Per non parlare dei fondali del nostro mare cristallino. Devo dire che mi sento un po’ fortunato quando navigo nel mare di Toscana; è come se fossimo dei privilegiati.

Abbiamo fatto tappa anche a Marciana Marina, un paese che sembra sia uscito dalla tavolozza di un pittore. Qui abbiamo partecipato al SEIF, organizzato dalla Fondazione Acqua dell’Elba; abbiamo trattato temi sull’ambiente, sulla tutela del mare, abbiamo ospitato a bordo della mia barca tanti bambini che, con una biologa, hanno studiato i microorganismi marini. Insomma, è stata una straordinaria esperienza anche per noi.

Vorrei anche soffermarmi sul suo rapporto con il mare e la natura, mi piacerebbe conoscerne l’origine, da dove arriva? E come e quanto influenza, se lo fa, il suo modo di essere giornalista e narratore?

Forse l’amore per il mare è nato assieme a me. Nel libro c’è proprio la cronistoria di quando ho stretto tra le mani per la prima volta un paio di remi di un gozzo, di quando mi sono comprato il primo gommone, fino al momento della mia redenzione – scherzo – del mio passaggio alla vela. Probabilmente essendo mio padre ischitano e mio nonno siciliano, l’amore per il mare ce l’ho stampato nel DNA, poi con gli anni si è sempre più manifestato in modo evidente, fino ad arrivare ad essere complementare con la professione di giornalista. Tanto è che ho deciso di far convivere questi miei due amori e scrivere il libro proprio a bordo della mia barca, trasformata per certi aspetti in barca/redazione. E dunque, miglio dopo miglio, ne ho percorsi quasi 500 la scorsa estate, poco meno di mille chilometri, ed è nato FRONTEMARE.

Ritiene che questa esperienza, così intensa e unica, abbiamo cambiato in qualche modo come lei si rapporterà da qui in poi con il mare e con la natura? E con la parola scritta?

Sì, penso proprio di sì. Questa esperienza così intensa e continuata – pensate che per 4 mesi ho vissuto sempre a bordo – ritengo che mi abbia in qualche modo avvicinato di più alla natura. La dico grossa; mi sembra di essere più in sintonia con il creato.

Parte del ricavato del libro sarà devoluta all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Può raccontarci qualcosa in più su questa iniziativa?

Sono molto orgoglioso della decisione che ho preso di devolvere parte del ricavato alla Fondazione Meyer che sostiene le esigenze dell’Ospedale Pediatrico Meyer, una realtà fiorentina di eccellenza europea. Ho avuto modo di apprezzare la bravura e la professionalità di molti operatori di questo nosocomio. Persone non solo professionalmente straordinarie, ma anche umanamente speciali. Loro curano i nostri bambini, le future generazioni alle quali ho in qualche modo dedicato questo libro. Dunque, fare qualcosa per questi piccoli più sfortunati di altri mi sembrava doveroso. Il mio desiderio è che proprio i nostri giovani possano essere ispirati dalle storie di vita di persone straordinariamente normali che racconto nel libro. Uomini e donne che dovrebbero essere imitati in termini di rettitudine, moralità e amore verso il prossimo. Tutto ciò premesso, devolvere a queste giovani creature una parte del ricavato derivante dalla vendita del libro a loro dedicato mi pare quasi un mio dovere, e quindi niente di eccezionale. Viva il mare, viva la natura!

Ci tengo davvero a ringraziarla per il tempo dedicatoci, non vediamo l’ora di leggere la sua raccolta!

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Fonte: SEIF
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