- 16 Ottobre, 2023
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Viaggi & Scoperte
Sguardi sul mare Adriatico: civiltà e cultura su due sponde
L’Adriatico è stato definito, dai romani, Mare Superum, ovvero “posto in alto”, in contrapposizione al mare Inferum, il Tirreno. È stato mare del Golfo di Venezia quando la potenza marina della Serenissima ne possedeva l’egemonia, estendendo i suoi domini fino ai porti pugliesi e al canale d’Otranto. Ed è stato, fin dall’antichità, crocevia di commerci e immaginari su cui ambientare leggende; un terreno liquido dove si sono confrontati modi diversi di immaginare il mondo.
Il mare della gente marittima
All’infuori dei grandi eventi storici e dei recenti scontri ideologici che hanno visto l’Adriatico come spartiacque tra oriente e occidente, nel mare rimangono impresse le vicende di chi vive e ha vissuto lungo la costa. Le testimonianze restituiscono un’umanità umida e avvezza alla fatica, bagnata dalle onde e sferzata dal vento salino, che a volte ne esce sconfitta, altre vittoriosa – spesso indifferente.
A unire le due sponde, ci sono consuetudini marinare condivise, come scrive Egidio Ivetic nel suo saggio sull’Adriatico: era comune incontrare fino a metà del Novecento “i barconi dalmati alla fiera di Senigallia, o a Porto Recanati per i pellegrinaggi a Loreto; le barche chioggiotte e buranelle nei porti istriani; i barconi di Cattaro attraccati a Trieste; barche anconitane e quelle di Fano a Lussino, a Zara, a Spalato.” È l’intero mondo della navigazione da cabotaggio che fin dagli antichi Greci ha rappresentato il modo di navigare più comune di quest’area, a testimonianza che – a fronte dei cambiamenti geopolitici – il mare unisce, anziché dividere.
Il mare del turismo
A partire dal secondo dopoguerra, l’avvento dei consumi e del turismo di massa ha reso celebri diverse aree dell’Adriatico. Se in passato i “bagni di mare” erano riservati a nobili e aristocratici (consigliati dai medici per gli innumerevoli effetti benefici), dagli anni ’50 migliaia di persone cominciano a frequentare le coste per svago e divertimento. È con il boom economico che la riviera romagnola si popola di una nuova figura: il turista balneare. Contadini, marinai e pescatori diventano imprenditori aprendo stabilimenti balneari, hotel e bar ristoranti dotati di servizi che soddisfino le esigenze di una clientela sempre più numerosa.
La tendenza del viaggio è aumentata di anno in anno e il mare Adriatico si unisce nel turismo da oriente a occidente, proponendo servizi e vacanze differenti quanto diverse sono le conformazioni geografiche dei diversi territori.
Le coste adriatiche
I litorali bagnati dall’Adriatico presentano le più asimmetriche ed eterogenee conformazioni: a occidente si trovano le coste lagunari del Veneto, la lunghissima distesa sabbiosa della riviera romagnola, i promontori del Monte San Bartolo, del Conero e del Gargano, e ancora i Golfi di Venezia, Trieste, Vasto e Manfredonia; a oriente invece le Alpi Dinariche parzialmente sommerse caratterizzano la costa croata creando numerose isole e baie, più a sud le coste montenegrine e albanesi alternano spiagge di sabbia con acque cristalline, a tratti di costa frastagliata e rocciosa che formano suggestive calette.
Ciò che accomuna nord e sud, coste di levante e di ponente, è il mare che intesse un rapporto personale con chiunque riesca a osservarlo a dovere, in grado di dare – allo stesso tempo – un senso di intimità e di comunione universale.
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